Cupio dissolvi

In quale altro modo si può definire l’insistenza da più parti sui fallimentari Redditi minimi garantiti, di inclusione, di sussistenza, eccetera? Quale logica vi si può attribuire che non sia quella del suicidio della civiltà e della democrazia?

Il report Iref-ACLI “Sempre meno ceto medio” è solo l’ennesimo grido d’allarme sull’impoverimento, anzi, sgretolamento dei ceti medi.

Il ceto medio si sta sgretolando, la ricerca Iref-Acli sui dati forniti dal Caf delle ultime 5 dichiarazioni dei redditi non lasciano molto spazio ai dubbi: c’è uno scivolamento del ceto medio, ben il 10%, e quindi di coloro che hanno anche un lavoro, verso la povertà”. […]

“La crisi – viene sottolineato in un comunicato delle Acli – non solo ha eroso i redditi, ma ha anche allargato la forbice tra le aree del Paese e tra le fasce sociali. […]

Lo studio, dal titolo “Sempre meno ceto medio”, mette in luce le crescenti disuguaglianze territoriali e la contrazione della fascia intermedia della popolazione “con un dato unico”, ha evidenziato Lidia Borzì, delegata per la Famiglia e gli Stili di vita delle Acli nazionali: “Il Panel Redditi Acli (Pra) che abbiamo costruito in questi anni, con la pandemia ancora in corso, segue oltre 549.000 famiglie italiane, parliamo di numeri veri e non di campioni, con un raffronto reale lungo cinque anni fiscali che ci offrono davvero una delle immagini più dettagliate disponibili sullo stato dei redditi reali nel nostro Paese. Questo impoverimento del ceto medico rischia anche di influenzare i dati già drammatici, sulla denatalità”.

Ci sembra incredibile che una piccola realtà come la nostra associazione RED debba farsi carico di far presente a partiti, sindacati, reti di associazioni di prendere atto della realtà drammatica che è sotto gli occhi di tutti. Ci sembra illogico e privo di senso incontrare ancora resistenze assurde all’idea che occorra un Reddito di base incondizionato, che raggiunga al più presto anche i ceti medi, dopo le platee della povertà assoluta e relativa.

È evidente e incontrovertibile che avere un lavoro non garantisca più da troppo tempo un reddito dignitoso e una vita serena. Il salario minimo è necessario ma non è sufficiente, serve un Reddito di base incondizionato da sommare al salario o per rifiutare un salario come quello del supermercato catanese che pagava 1,6 euro l’ora.

C’è da considerare ancora che il RdC già negli anni scorsi ha avuto l’effetto di avvelenare il clima sociopolitico, spargendo zizzania tra poveri e impoveriti e spingendo i ceti medi verso le destre. Siamo ancora in tempo per evitare la morte della democrazia e della civiltà, gravemente minacciate dalle diseguaglianze e potenzialmente avviate verso una crisi irreversibile.

Il reddito di base può salvare la situazione in Italia, in Europa e anche nel resto del mondo.

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