“Alle istituzioni europee che richiedono il rientro dal debito pubblico in tempi brevi e a tappe forzate diciamo schiettamente che riconosciamo in pieno la necessità e l’urgenza di farlo, ma che potremmo agevolmente ridurlo nei tempi richiesti tassando la grande ricchezza e con una lotta senza quartiere all’economia sommersa. Non è facile farlo per l’esistenza di regimi fiscali “di favore” nella stessa Europa oltre che nel resto del mondo. Dunque senza l’unificazione dei regimi fiscali europei e una lotta senza quartiere contro i paradisi fiscali che l’Ue potrebbe e saprebbe fare, a nostro avviso, non si va lontano.
In Italia non è rimasto granché da tagliare alla spesa pubblica. I danni arrecati dall’indebolimento della sanità e della scuola sono sotto gli occhi di tutti, mentre permane un’economia sommersa di dimensioni gigantesche.
Chiediamo alle istituzioni nazionali e comunitarie un maggiore e più incisivo impegno nel recupero di masse monetarie e di beni accumulati in maniera incontrollata da parte di pochi soggetti a detrimento della comunità civile, a partire da quelli di origine illecita, con particolare riferimento alle immense fortune delle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Riteniamo ineludibile e non più procrastinabile un intervento incisivo contro gli egoismi personali, familiari, societari e aziendali, che vanno a detrimento della comunità civile e del bene comune e contro gli intrecci perversi tra economia legale e capitali di origine criminale, siano essi frutto di attività illecite o di mera evasione o elusione fiscale“.